Vi sono continue ricerche su fattori ambientali e nutrizionali che possono prevenire o peggiorare la sclerosi multipla (SM), malattia neurodemielinizzante a nota eziologia autoimmune. In questi ultimissimi anni, tra i composti considerati a maggior rischio per lo sviluppo della SM, vi è il cloruro di sodio, il comune sale da cucina. L’azione sarebbe dovuta ad un’attivazione di specifiche cellule T helper, le Th17, finora poco conosciute nei loro molteplici meccanismi d’azione. Uno studio americano ha condotto uno studio osservazionale su 70 pazienti con SM intermittente, controllando l’escrezione urinaria di tale sostanza per un periodo di due anni. Al termine dello studio, i ricercatori hanno osservato una correlazione proporzionale tra livelli di sodio assunto e esacerbazione delle pousseès, con un aumento di 2,75 volte in pazienti con assunzione media di sale, e di 3,95 volte nei pazienti con il più elevato consumo di cloruro di sodio. Risultati simili sono stati praticamente replicati su un ulteriore gruppo di 52 pazienti.
Farez MF, Fiol MP, Gaitán MI, et al: Sodium intake is associated with increased activity in multiple sclerosis.J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2015 Jan;86(1):26-31.