Le api da tempo sono attentamente seguite da climatologi, biologi e altre figure professionali in quanto indicatori attendibili della qualità dell’aria e del suolo. In natura le api hanno pochi predatori, che influiscono marginalmente sulla loro sopravvivenza e riproduzione. Ben peggiori sono le malattie conseguenti alle infezioni da varroa, che producono importanti mutazioni e deformazioni nelle pupe, decimandone la popolazione. Ma da diversi anni anche i pesticidi hanno mostrato la loro azione letali nei confronti di questi utilissimi insetti. La notizia, recente, che ha fatto presto il giro del web e dei media, è che in un uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Science”, i ricercatori hanno trovato che tre su quattro dei molti campioni esaminati contengono residui di pesticidi in quantità pericolose. L’Europa purtroppo risulta tra le peggiori in quanto a percentuali di miele inquinato, insieme ad America ed Asia. Più del 75% del miele mondiale è contaminato: un 30% da un solo tipo di pesticida, il 45% da uno o più.
Speriamo che questo possa aumentare la pressione per far sì che nell’agricoltura industriale si possa limitare l’impiego di pesticidi, dannosi non solo per inalazione diretta da parte dei lavoratori del settore ma anche per molti altri esseri viventi, importanti anelli della catena alimentare e di equilibrio tra specie.